Il viaggio di Dante a Parigi


Nulla ci viene riferito da Pietro Alighieri che, con il fratello Jacopo, è il primo commentatore del Poeta circa la trasferta parigina di Dante.

Ma la «familiarità» di Dante «con la prassi delle scuole parigine» la si può intravvedere soprattutto nel canto XXIV del Paradiso in cui, nell’attesa di essere esaminato da San Pietro, il poeta paragona il proprio stato d’animo a quello del baccelliere che si appresta ad essere interrogato dal suo maestro. L’immagine proposta ed i termini utilizzati per identificare le due figure sono, infatti, quelli propri dell’università francese.

Si come il baccellier s’arma e non parla
Fin che ‘l maestro la question propone,
per approvarla, non per terminarla
così m’armava io d’ogne ragione
(vv.46-51)

Parigi

Molti studiosi ancora oggi ritengono poco probabile il viaggio di Dante a Parigi nonostante parecchi siano gli indizi che inducono a  pensare che esso sia effettivamente avvenuto.
  • Il cronista Giovanni Villani, contemporaneo di Dante, così riferisce:     "[…] colla detta parte bianca fu cacciato e sbandito da Firenze, e andossene allo studio di Bologna, e poi a Parigi."
  • Nel suo Trattatello in laude di Dante Giovanni Boccaccio (1313-1375) scrive: "Ma poi che egli vide da ogni parte chiudersi la via alla tornata(...) passati i monti che dividono dalla provincia di Gallia, come poté, se n'andò a Parigi e quivi ad udire filosofia naturale e teologia si diede". Il padre di Boccaccio, amico di Dante, visse a Parigi in qualità di agente della potente compagnia dei Bardi e potrebbe aver ospitato il poeta.
  • Altro indizio si trova in una trascrizione attribuita a Boccaccio di una lettera firmata da Frater Ylarus humilis monachus de Corvo conservata presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze. Secondo questo scritto Dante sarebbe stato ospitato per alcuni giorni da frate Ilaro presso il Monastero del Corvo prima di partire per Parigi. In questa occasione il poeta avrebbe lasciato al Monastero una copia dell'Inferno pregando il frate di corredarla con proprie note e consegnarla al signore del luogo, Uguccione della Faggiola, a cui era dedicata. 
Monastero del Corvo
Il monastero del Corvo
Lerici
Il porto di Lerici con la fortezza di san Giorgio

E' possibile immaginare il percorso che il poeta avrebbe potuto seguire per raggiungere Parigi lasciato il Monastero del Corvo a Bocca di Magra. Nel canto III del Purgatorio Dante paragona la salita che si trova a superare ben più aspra della costa ligure che a confronto risulta una semplice scala.

"Tra Lerice e Turbìa, la più diserta,
la più rotta ruina è una scala,
verso di quella, agevole ed aperta".
(vv.49-51)


carta pisana
Portolano medioevale pisano del XII secolo. In rosso i porti citati da Dante nella Commedia

Da Bocca di Magra Dante raggiunse Lerici, importante porto controllato dalla imponente fortezza di San Giorgio dove potrebbe essere stato ospite dell'amico Guido Novello, vicario imperiale della Lunigiana.

Nella Commedia il poeta cita i porti di Chiavari (Purgatorio, canto XIX), Genova (Inferno, canto XXXIII), Noli (Purgatorio, canto IV), Ventimiglia, luoghi toccati nel suo ipotetico viaggio per mare fino al porto di Monaco dominato, dalla sommità di un colle, dal grandioso monumento romano del Tropaeum Alpium di La Turbie.

Chiavari
Chiavari
Genova
Genova
Noli
Noli
La Turbie
La Turbie

"Sì come ad Arli, ove Rodano stagna"
(Inferno, canto IX, v.112)
    
Il porto principale della navigazione per la Provenza e la foce del Rodano era Arles. Qui arrivando da terra lungo la via Aurelia o dal mare era d'obbligo una sosta ai Campi Elisi. Da questa città passavano i pellegrini diretti a Santiago de Compostela, ma anche le merci che risalivano per un tratto di seicento chilometri, controcorrente, il grande fiume su barche a fondo piatto trainate da cavalli, da buoi e dalla forza umana.

Dopo la morte di papa Clemente V, nell'aprile 1314 (data probabile del viaggio di Dante), i Cardinali erano convenuti in conclave a Carpentras per eleggere il nuovo papa. Nell'Epistola ai Cardinali (Ep XI), che Dante potrebbe in quell'occasione aver consegnato personalmente, il poeta si rivolse ai convenuti esortandoli a scegliere un papa italiano che riporti a Roma la sede pontificia spostata da Clemente V ad Avignone.

I Campi Elisi di Arles
Arles, i Campi Elisi
Avignone
Il Rodano e Avignone

Da Carpentras Dante avrebbe poi raggiunto via terra Parigi per fermarsi qualche tempo prima di rientrare in Italia. Non restano documenti sul suo soggiorno, ma non ci sono motivi per cui si possa diffidare di Giovanni Boccacio:

"in età più matura, già esule, diedesi alla sacra Teologia in Parigi. dove tanto splendore acquistò che veniva dagli uni chiamato poeta, dagli altri filosofo, dagli altri teologo."

Ecco il passo in cui il Poeta ricorda Sigieri di Brabante, filosofo aristotelico fiammingo contemporaneo dell'Alighieri ed insegnante della Sorbona sita nel Vico degli Strami, ora rue du Fouarre.


Essa è la luce etterna di Sigieri,

che, leggendo nel Vico de li Strami,
silogizzò invidiosi veri.
(Paradiso, canto X, v. 136-138)





SUL VIAGGIO DI DANTE A PARIGI

di Mirco Manuguerra
(Centro Lunigianese di Studi Danteschi)

I Campi Elisi di Arles (di Carlo Finocchietti)

dicembre  2021, Dario Monti