I Promessi Sposi in viaggio per Monza e Milano

Il ponte oggi

Vari episodi della storia dei Promessi sposi si svolgono in viaggio mentre si tende a ricordare Lecco e le sue frazioni come principale luogo manzoniano. In realtà buona parte del romanzo è ambientato a Milano, ma anche Monza svolge una parte importante nel racconto. Quando si parla di luoghi manzoniani, però, Lecco è in testa alla classifica. Non si è mai parlato di un itinerario manzoniano a Milano: in città si visita solo la bella casa di via del Morone, ma nessuna guida indica i palazzi, le chiese, le piazze in cui ha vissuto il Manzoni o dove lo scrittore ha ambientato il suo romanzo.

E' comunque interessante ricordare tutti gli spostamenti dei vari personaggi, distanze di poche decine di chilometri che, per i mezzi di locomozione e le strade sterrate dei tempi, erano superate passando parecchie ore su scomode e piccole carrozzetrainate per lo più da due cavalli . Per chi invece andava a piedi il tempo raddoppiava o triplicava ed il rischio di trovare briganti, passando nei boschi, aumentava in modo considerevole. 

Elenco dei viaggi nei Promessi Sposi

Rapimento di Lucia
  • Lucia con Agnese e Renzo scappano di notte prima in barca e poi in carrozza da Pescarenico a Monza, Renzo prosegue a piedi per Milano, Agnese rientra a Lecco. Poche ore dopo Renzo fugge da Milano per la Bergamasca passando per Gongorzola e Trezzo dove passa l'Adda ed il confine su una barca. Don Rodrigo si reca a cavallo a Chiuso e dall'Innominato.
  • Lucia viene rapita, legata ed  imbavagliata e viene portata in carrozza da Monza a Chiuso al castello dell'Innominato. Agnese con don Abbondio si recano a Chiuso. Lucia rientra a casa per ripartire quasi subito per Milano con donna Prassede.
  • Segue il lungo viaggio del Lanzichenecchi e della peste che dalla Valtellina, attraverso la Valsassina e Lecco, proseguono per la Brianza ed il Milanese portando distruzione e morte. Agnese si rifugia dall'Innominato sopra Chiuso assieme a don Abbondio. Don Rodrigo lascia definitivamente Lecco per Milano.
  • Renzo, risanato e a piedi, parte da Bergamo per rientrare a Lecco passando il confine a Chiuso e per ripartire il giorno seguente per Milano e, dopo aver ritrovato Lucia e padre Cristoforo al Lazzaretto, riparte per Lecco per portare notizie ad Agnese. Rientra a Bergamo.
  • Lucia, passata la convalescenza presso la casa di donna....., torna in carrozza al paese natio con la sua nuova amica e si prepara per le nozze. Renzo rientra a piedi da Bergamo alle sue montagne per sposare Lucia e, finalmente la nuova famiglia può trasferirsi definitivamente a Bergamo.

La strada maestra di tutto il romanzo è senza dubbio la Lecco, Monza, Milano a cui la storia e le fortune della famiglia Manzoni, titolari fino dal 1500 di varie attività in Valsassina nel settore minerario, sono state certamente legate per il trasporto ed il commercio con il capoluogo dove era fiorente l'arte della lavorazione del ferro.
Alessandro, almeno fino alla vendita della proprietà del Caleotto, così come tutti i suoi ascendenti, passò spesso su questo tracciato sterrato e sassoso, una antichissima strada, in parte di origine romana, che collegava i porti del ramo che volge a mezzogiorno del lago di Como con Milano. In particolare, Lecco e Malgrate dove arrivavano e partivano merci e minerali dalla Valsassina e dalla Valtellina.

Ponte nel 1600
Ponte nel 1800
Ponte nel 1800

Il ponte di Lecco o di Azzone Visconti fortificato come appariva al tempo dei Promessi Sposi, nel 1700 e nel 1800. Qui iniziava la Carraie del Ferro.

La strada, nota nell'antichità come Carraia del ferro, proprio per il grande traffico di ferro che veniva trasportato su carri trainati da due buoi, nel tempo ha cambiato in parte il suo itinerario diventando la carrozzabile Lecco - Monza - Milano. Il vecchio nome con i tratti meno agevoli sono caduti nell'oblio. Ora la carrozzabile è una strada asfaltata mentre della Carraia originale, utilizzata sicuramente ancora ai tempi della dominazione spagnola, restano solo pochi toponimi e qualche tratto dismesso che attraversa zone agricole o boschive.

È certo che ai tempi di Renzo e Lucia, la Carraia fosse ancora in uso e che lungo questa strada siano passati tutti i personaggi del romanzo, compresi don Rodrigo, i suoi bravi, l’Innominato ed il Cardinale Borromeo. Anche i Lanzichenecchi e la terribile pestilenza, discesi in Italia dalla Valtellina e dalla Valsassina, raggiunsero il Milanese seguendo questa direttrice.

Carraia del Ferro
La Carraia del Ferro da Lecco a Sirtori

La Carraia era ancora presente sulla Mappa topografica dello Stato di Milano secondo la misura censuaria in data del 1777. La strada, attraversato il ponte di Azzone Visconti, corre lungo il lago di Garlate fino a Vignola dove inizia la salita, in terra battuta e selciata, per Galbiate che termina alla chiesetta di sant’Alessandro. Da qui si gode una splendida vista aperta sul lago di Garlate, sul Resegone e sullo sperone roccioso sopra Chiuso e Somasca dove sorge il castello dell'Innominato.

Galbiate, paese posto tra i due laghi di Garlate e di Annone, è un crocevia importante fino dai tempi dei Romani quando da qui passava anche la strada pedemontana Bergamo - Como che attraversava l’Adda sul ponte di Olginate demolito durante le invasioni barbariche.
Da Galbiate, con direzione sud-ovest, la strada sale a Bartesate passando accanto alla cascina Costa.

Cascina Costa o Manzoni
Cascina Costa

In questo luogo, di fronte al monte Barro ed al Resegone, il piccolo Lisander fu lasciato a balia fino all’età di sei anni.
Nel suo libro, I primi anni di Alessandro Manzoni, Antonio Stoppani racconta la sua visita alla cascina Costa ed al vicino palazzetto della famiglia Resinelli dove trovò una gran parte degli addobbi del Caleotto, la culla del neonato Alessandro e tante memorie dello scrittore (ora ritornate alla casa avita di Lecco divenuta museo).
Alla Costa “ebbe il primo nutrimento Alessandro Manzoni nel 1785” come riporta la targa posta alla morte dello scrittore all’esterno della cascina. Qui, accudito da Caterina Panzeri, crebbe e giocò Lisandrino fino all’età di sei anni con lo stupendo panorama delle sue montagne.


La strada prosegue sulle colline per Bartesate, Ello, Dolzago e Resempiano, da dove si dipartono due itinerari. Il più recente, non presente sulla mappa del 1777, continua per Barzanò, Casatenovo, Lesmo, Monza.
Il più antico, probabilmente la dimenticata Carraia medioevale, passava invece per Sirtori e Crippa dove sorge un possente castello di epoca longobarda, luogo di sosta con numerose stalle e depositi sotterranei. 

Castello Crippa
Il castello Crippa lato Nord da Sirtori
castello
Il castello dall'alto. (Google maps)

Segue una fitta foresta prima di arrivare a Missaglia "in questo bosco dove s’entra ora c’è sempre dè birboni annidati". Questo tratto è rimasto come un tempo chiuso ed impenetrabile, "un luogo di solitudine selvaggia".
A Maresso, la strada passava la profonda valle del torrente Lavandaia in un punto non bene identificato per arrivare a Rogoredo, Camparada ed Arcore ancora attraverso una fitta boscaglia. Alla Santa la strada vecchia e la carrozzabile si univano prima dell'ultimo tratto per Monza. Dal ponte di Lecco a Monza il percorso è di circa 40 chilometri.

Carraia del Ferro
La Carraia del Ferro da Sirtori ad Arcore e Monza

I nostri viaggiatori arrivaron dunque a Monza, poco dopo il levar del sole: il conduttore entrò in un'osteria, e lì, come pratico del luogo, e conoscente del padrone, fece assegnar loro una stanza...

Passando da Monza, anche senza scendere dalla carrozza, il viandante che da Lecco andava a Milano fino ai primi anni del Novecento poteva ancora vedere tutti i luoghi descritti nei Promessi Sposi. La mappa di fine Settecento riporta ancora la cinta muraria e porta Lecco che bisognava passare per entrare in città. Poco oltre, sulla destra, si trovava l’albergo del Baraccone molto frequentato dai carrettieri che scendevano dal lago. Qui, nella storia, i tre fuggitivi si fermarono a riposare qualche ora prima che Lucia ed Agnese proseguissero per il convento dei Cappuccini e Renzo per Milano (quante volte anche Manzoni si sarà ristorato in questo locale?).

Monza

La strada in rosso è la carrozzabile. Con le frecce il percorso dei bravi dopo il rapimento di Lucia.

Proseguendo per l’Arengario si lasciava a sinistra l’area del monastero di santa Margherita dove Lucia venne affidata alle cure della “Signora” e dove realmente si svolse la vicenda della Monaca di Monza. Attraversato il Lambro sul ponte dei Leoni, le carrozze voltavano a sinistra fino a porta Milano fiancheggiata allora da un antico torracchione mezzo rovinato, e da un pezzo di castellaccio diroccato anch'esso, ciò che restava del castello Visconteo. Poche centinaia di metri più a sud si poteva vedere in fondo ad una stradetta a destra il convento dei Cappuccini.

Anche per descrivere questo tratto di strada Manzoni sembra essersi ispirato alla realtà per l’ambientazione della sua opera.
La strada da Monza a Milano era allora tutta sepolta tra due alte rive, fangosa, sassosa, solcata da rotaie profonde, che, dopo una pioggia, divenivan rigagnoli; e in certe parti più basse, s'allagava tutta, che si sarebbe potuto andarci in barca.

Porta Milano
Porta Milano a Monza con i resti del castello (st. Gonin)
Rapimento
Lucia viene rapita a Monza vicino ai Cappuccini


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Aprile  2023 - Dario Monti