Manzoni,
scrittore o botanico?
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Brusuglio, villa
Manzoni Berlingieri (Google Maps) con il parco monumentale.
Tutto attorno i quartieri della periferia suburbana di Milano hanno
sostituito la fertile pianura agricola a nord della città.
Passava
i giorni tra la famiglia, le piante e i versi; e questi occupavano
forse l’ultimo posto… Per non parlare dei bachi da seta,
soprattutto, e dei gelsi, che costituivano il suo grande impegno alla
fine di maggio, per la trattura della seta.
Così
Charles de Sainte-Beuve descrive nei suoi Portraits contemporains un
bizzarro personaggio lombardo, marito affettuoso, botanico esperto e
scrittore part-time. Un
quadretto del personaggio Manzoni, non solo scrittore, ma anche
amante dell'agricoltura, della natura, della vita all'aperto come nei
suoi primi anni di vita passati a balia presso la cascina Costa di
Galbiate, libero di correre nei i campi ai piedi del monte
Barro.
Anche il tempo passato da ragazzo con il padre nelle
proprietà agricole sopra Lecco ha contribuito alla sua formazione
fisica, al suo desiderio di natura, di aria, di camminate all'aperto
in tutte le stagioni.
Controcopertina della Strenna 1840,
Sorrisi e lacrime
La famiglia nel cortile di via del Morone a Milano
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Copertina della Strenna femminile del
1939
Alessandro, la madre ed Enrichetta a Brusuglio
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Difficile
per un giovane così dinamico appassionarsi per la storia e la
letteratura,
ma Manzoni non era un semplice ragazzo di campagna,
era nipote di Cesare Beccaria, ammiratore di Vincenzo Monti, amico di
Federico Confalonieri, Tommaso Grossi, Massimo d'Azeglio e tanti
altri personaggi milanesi che si sono distinti nelle scienze
umanistiche e nelle belle arti. Alcuni di questi sono stati allievi
come lui nelle prestigiose scuole dei padri Somaschi a Merate e
Lugano, poi dei Barnabiti a Milano. Il successivo soggiorno a Parigi
con la madre gli permise, poi, di frequentare salotti letterari e di
farsi
amico di Claude Fauriel, storico e linguista francese amante della
botanica.
Al
suo rientro in Italia presso la villa di Brusuglio nel 1810 scriveva
all'amico: Qui
il clima è migliore, per via del sole: E sono già diventato a tutti
gli effetti coltivatore… Dovete raggiungerci, noi coltiveremo, voi
andrete alla ricerca delle vostre preziose erbe, ah, come sarò
felice!
Villa Imbonati, ricevuta in eredità dalla madre Giulia Beccaria,
comprendeva più di 60 ettari di terreno in buona parte coltivato a
seminativo arborato con Moroni (Gelsi)
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Manzoni e la madre
iniziarono subito a ristrutturare la villa ed
a acquistare altri fabbricati da usare come dependance.
Anche i giardini ed i terreni furono oggetto di continue trasformazioni.
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La
passione per la botanica non fu passeggera: Sono
immerso fino al collo nei progetti di agricoltura,
scriveva all'amico alcuni mesi più tardi. Studiò la natura dei
terreni, imparò a innestare, e seguiva ogni giorno l’attività dei
giardinieri mentre progettava il giardino monumentale della villa.
Il
suo rapporto con il canonico Luigi Tosi, guida spirituale di tutta la
famiglia, divenne presto motivo per Manzoni per diventare, a sua
volta, guida botanica per la famiglia bustese del monsignore. I Tosi
possedevano circa 220 ettari di brughiera nel comune di Somma
Lombardo ed avevano speso inutilmente ingenti somme per piantumare
castagni e viti maritate a gelso senza risultati economicamente
apprezzabili. Dopo spralluoghi e mesi di studio su testi
specializzati Manzoni consigliò, per la prima volta in Italia, di
piantumare i terreni a robinia pseudoacacia, albero ornamentale che
ben si adattava alla coltura intensiva per la produzione di legname
da ardere.
“In
questa casa nacque nel 1763 Monsignor Luigi Tosi vescovo di Pavia e
fu spesso ospite Alessandro Manzoni”.
A Busto Arsizio,
in Via San Michele, poco lontano dall'importante chiesa intitolata a
San Michele Arcangelo, è apposta questa iscrizione a sinistra del
cancello d'ingresso di una villa.
La targa ricorda
lo stretto legame che unì Alessandro Manzoni a Monsignor Tosi nato a
Busto Arsizio in questa residenza che, nel corso dei secoli, ha
subito numerose trasformazioni. Oggi si presenta
come un'elegante abitazione che, dell'epoca settecentesca, conserva
solo una torretta. In essa risiedeva la famiglia Tosi, una delle più
facoltose di Busto che possedeva vaste proprietà agricole nelle
campagne circostanti, in particolare nella brughiera di Somma
Lombardo.
Alessandro Manzoni
soggiornò più volte in questa villa a partire dal 1810 dopo il
rientro da Parigi con la moglie Enrichetta Blondel e la primogenita
Giulia. Su consiglio del sacerdote Eustachio Degola, Manzoni scelse
Luigi Tosi come guida spirituale per sé e per la propria famiglia. Tosi
fu allievo a Lugano dei Padri Somaschi nel Collegio di Sant'Antonio
dove, a fine Ottocento, studiò anche Manzoni ancora adolescente. Il
religioso, membro onorario dell'Istituto Lombardo di Scienze,Lettere
ed Arti, esercitò notevole influenza sullo scrittore tanto da
richiedergli la stesura delle
Osservazioni sulla morale cattolica.
Un nutrito carteggio testimonia il loro legame di amicizia che non
solo riguardò questioni relative alla fede ed alla religione ma
anche l'agricoltura. Monsignor Tosi, nominato vescovo di Pavia nel
1823, spesso si affidò a Manzoni per avere consigli pratici in
merito alle coltivazioni più redditizie per i suoi possedimenti
agricoli.
izi.travel/it/16b6-alessandro-manzoni-e-busto-arsizio/it
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Tutto
questo potrebbe bastare, ma occorre ricordare il grande impegno
profuso da don Lisander nell'allevamento
del baco da seta e nella coltivazione della vite così come ricorda
Cesare Cantù nelle sue Riminescenze:
...Nei
suoi poderi piantò magliuoli di Borgogna, ripromettendosi se non vini
simili ai francesi, migliori almeno dei nostri. ...Intraprese un
trattato sulla vite, e diceva scherzando di volerlo intitolare
Ampelografia. Fu meglio fortunato nell'educare i bachi da seta dopo la
fatale febbre pebrina seguendo gli avvedimenti del prof. Pestalozza, a
lui caro perché apostolo del sistema Rosminiano.
La passione di Manzoni per il
giardino è testimoniata
dalla volontà di sperimentare importando dalla Francia
anche nuove essenze come le Ortensie.
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La Robinia, introdotta da pochi
decenni in Europa,
venne coltivata in modo intensivo nella brughiera della
Malpensa su consiglio di Manzoni.
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E' curioso cercare sul Web Manzoni Ampelografia: vari siti
riportano
le caratteristiche di vitigni italiani noti come Manzoni bianco,
Manzoni rosa, Manzoni moscato, incrocio Manzoni. Si tratta di una
omonimia. Sono incroci creati dal prof.
Luigi Manzoni,
nato nel 1888 ad Agordo, docente e ricercatore. Scrisse una settantina
di pubblicazioni sulla anatomia della vite portando a termine, forse
senza saperlo, gli studi iniziati dal grande scrittore.
La prima edizione dei Promessi Sposi detta Ventisettana, pur portando la data del 1825-27, fu stampata a Milano da Vincenzo Ferrario. Visto il successo, il Ferrario, in accordo con l'autore, autorizzò altri editori a ristampare il testo.
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Alessandro
Manzoni era però destinato ad altri altari. Fino dal 1828, un anno dopo
la pubblicazione della prima versione dei Promessi Sposi (nota come
ventisettana) la sua opera andava letteralmente a ruba. Vari editori in
Italia ed in Svizzera avevano iniziato la pubblicazione in tre
volumetti del romanzo. Alcune edizioni addirittura senza
l'autorizzazione dell'autore che meravigliato per il successo diceva:
Chi
m’avariss mai dit quand me smazzucavi a fà quel liber, ch’el
doves fà tant fracass!
"Chi
avrebbe mai detto, quando mi smazzavo a fare quel libro, che poi
dovesse fare tanto fracasso"
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