Lungo il percorso - condizioni della viabilità


Le vie del Giubileo durante il Medioevo per lo più ricalcavano le strade costruite dai romani e quelle realizzate durante le lunghe guerre che seguirono il crollo dell'impero romano fra il quinto e il sesto sec. ; esse si intrecciavano poi in un reticolo di percorsi per evitare i frequenti conflitti che infiammavano le città allineate ai margini della dorsale appenninica. Una trama di strade e di sentieri solitamente infittita in corrispondenza dei valichi appenninici più bassi e comunque punteggiata, per il visitatore, di luoghi di devozione , di ricovero e di ristorazione. E' difficile oggi immaginare l'infinito numero di barriere politiche e doganali che tormentavano il viaggiatore Medioevale. Le soste erano un aspetto fondamentale di questi viaggi.
 
 
 
 
 

 

Sarebbe troppo azzardato cercare di fare una ricostruzione troppo dettagliata delle vie di comunicazione in Europa nel Medioevo, poiché gli antichi documenti molte volte danno un’interpretazione dei particolari errata. Certo è che la rete stradale romana era utilizzata anche a dispetto di una manutenzione molto difettosa. Le strade romane correvano dritte attraverso deserti, campi e foreste, noncuranti dei borghi e dei villaggi disseminati lungo il percorso. Il pellegrino attraversava zone brulle, strade piene di solchi e buchi dove “il piede inciampa e i sassi aggravano ancor di più la scomodità”. Egli camminava lentamente di parrocchia in parrocchia, temendo i lunghi tratti solitari, propizi alle imboscate e salutando con sollievo i fratelli che incontrava.

Le strade erano per lo più in terra battuta o acciottolate, affiancate da semitarii , piccoli sentieri secondari ; in qualche tratto presentavano segni di riparazioni passate. Esistevano anche delle scorciatoie, vecchi cammini medievali, tutti a sbalzi e sostenuti da muretti, che costeggiavano piccoli ruscelli da attraversare a guado o con qualche vecchio ponte. Le pretese dei vecchi cammini erano modeste : collegare il capoluogo alle sue frazioni, casali, castelli, fontane o cappelle isolate; i resti di queste piste lontane sono visibili nelle regioni di Velay, dell’ Alvernia, del Gévaudan o del Rouergue. Così il pellegrino si spostava da un luogo all’altro ricomponendo, in ogni parrocchia, non solo le misere forze, ma anche fragili informazioni indispensabili per proseguire la strada.