OSSUCCIO

 


Lungo l'antica Via Regina che da Como conduce a Chiavenna, Ossuccio ha rappresentato, per secoli, un importante luogo di transito e di sosta per chi, dalla Pianura Padana, era diretto oltralpe attraverso i passi dello Spluga, del Settimo, del Maloja, dello Julier. Le testimonianze artistiche che ancora oggi questo piccolo abitato conserva documentano la rilevanza della sua storia.
Sulla sponda del lago, l'inconfondibile cella campanaria tardogotica che sormonta l'originario campanile di S. Maria Maddalena nella frazione Ospedaletto segnala la presenza di un chiesa medioevale con annesso ospizio. Poco lontano, a Spurano, la chiesa di San Giacomo del XI secolo, è ricca all'interno di affreschi che raffigurano santi cari ai pellegrini come S. Giacomo e S. Cristoforo.

Nel nucleo a ridosso della montagna la parrocchiale , rimaneggiata nei secoli successivi ma con impianto del XI secolo, è dedicata a S. Agata. Proprio a monte della parrocchiale inizia la rampa a gradoni del Sacro Monte di Ossuccio. Lungo il viale delle cappelle sorgono 14 tempietti di gusto barocco, per la maggior parte a pianta centrale. Essi rappresentano i misteri del Rosario: sul percorso che segue il declivio della montagna sino a raggiungere circa 400 metri di altitudine, si presentano i fatti salienti della vita di Gesù e della Madonna con statue, a grandezza naturale, in stucco e terracotta. Le cappelle, affrescate all'interno, furono edificate tra 1635 e 1710 e decorate dagli stuccatori della scuola intelvese; tra i principali artisti sono riconosciuti gli stuccatori Agostino e Francesco Silva di Morbio ed i pittori Gian Paolo Recchi, Carlo Gaffuri, Francesco Torriani.

Molte figure presentano notevoli analogie con le opere del Sacro Monte di Varese richiamato anche dall'ampio viale che parte dalla piazzetta di Garzola, davanti alla quarta cappella, La presentazione di Gesù al tempio. Qui si congiungono le tre strade che provengono da Lenno, da Campo e da Sala Comacina.
Grazie agli interventi di restauro realizzati in occasione del Giubileo, alcune cappelle sono state riportate al loro antico splendore; altre, però, attendono ancora interventi necessari per la conservazione di questo singolare patrimonio storico, artistico e religioso che trova profonde radici nella tradizione e nella cultura delle popolazioni locali.
La salita culmina nel Santuario della Madonna del Soccorso. Dal terrazzo naturale su cui esso sorge si gode il panorama di tutto il centro lago: l'Isola Comacina e la penisola di Balbianello, Tremezzo, Bellagio, Varenna fino al Monte San Primo, le Grigne e più oltre, le cime alpine. Bellezze naturali e silenzio.

Il luogo, completamente isolato dall'abitato è circondato da prati, uliveti e boschi. "Zoca de l'oli" è soprannominata questa conca per le caratteristiche coltivazioni a terrazza di ulivi che, soprattutto nei secoli passati, sono stati fonte di ricchezza per queste terre. In lontananza, sul versante opposto del crinale, compare l'Abbazia dell'Acquafredda che sovrasta l'abitato di Lenno; di fronte, a picco sulla valle, si staglia il possente campanile settecentesco in blocchi di granito che affianca il Santuario. La tradizione popolare vuole che la chiesa sia sorta sul luogo del ritrovamento di una antica statua in marmo della Madonna con il bambino, effigie ritenuta miracolosa ancora oggi dai pellegrini perché diede il dono della guarigione alla fanciulla sordomuta che, per prima, la scorse. Questa preziosa statua è oggi collocata in una cappella votiva annessa al Santuario dove è custodito anche un dipinto cinquecentesco della Vergine con il Bambino e S. Eufemia, oggetto di profonda devozione popolare. Il Santuario, costruito nel 1537 fu successivamente ampliato e modificato. L'unica navata è decorata con stucchi, affreschi e scagliole; l'altare e l'organo in legno intagliato sono settecenteschi. La festa solenne del Santuario si celebra l'8 settembre. La chiesa è aperta tutti i giorni da marzo a novembre; i pellegrinaggi sono comunque accolti durante tutto l'anno previo avviso telefonico (0344 55211). I frati minori cappuccini dell'Abbazia dell'Acquafredda di Lenno, su incarico della Diocesi di Como, curano l'assistenza religiosa del Sacro Monte e della Madonna del Soccorso.

Chi, raggiunto il Santuario, volesse proseguire la salita a piedi, può raggiungere (circa due ore) un altro luogo di rara bellezza e incredibile silenzio, S. Benedetto in Val Perlana dove sopravvivono i resti dell'antico monastero e dell'abbazia benedettina del XI secolo. Scegliendo per il ritorno l'itinerario sull'opposto versante della montagna, si raggiunge, prima di arrivare ad Ossuccio, l'Abbazia dell'Acquafredda.


 Rosalba Franchi - 2003