Dal Lungolago di Locarno
il suo profilo addossato alla montagna è ben riconoscibile. Il
Santuario della Madonna di Orselina con il suo particolare Sacro Monte
sembra proteggere dall'alto la città sempre così animata. Dal centro
città i cartelli segnalatori indicano una comoda strada per arrivarci
in automobile ma la salità è decisamente più pittoresca se, dalla
stazione ferroviaria, si sale sulla funicolare per Orselina che, in
pochi minuti, arriva in prossimità del santuario. Per chi ancora
volesse avvicinarsi alla chiesa con la devozione di un antico
pellegrino, c'è la possibilità di salire a piedi. La prima parte del
percorso si svolge all'interno della città: dalla Piazza centrale di
Lugano si percorrono strade dai nomi significativi come Via delle
Monache dove sorgono il convento e la chiesa di Santa Caterina e, per
un breve tratto, Via dei Cappuccini lungo la quale era ubicato l'antico
monastero dei Santi Rocco e Sebastiano , originariamente sede del dei
Cappuccini ma ora occupato dal Collegio Sant'Eugenio. La salita segue
la Via al Sasso che raggiunge il panoramico Albergo Belvedere
circondato da un vasto parco. L'attuale edificio sorge sul sito di una
villa rurale del XVI secolo trasformata in albergo alla fine
dell'Ottocento: conserva una sala d'onore con decorazioni a stucco ed
un pregevole affresco della volta.
La salita verso le Cappelle della Via Crucis ed il Santuario conduce
alla Cappella dell'Annunziata che accoglie la pietra tombale con il
ritratto del committente del Sacro Monte, Fra Bartolomeo d'Ivrea. Fu
proprio questo frate che viveva nel convento di S. Francesco a Locarno
a promuovere la costruzione di questo santuario e del suo Sacro Monte.
Nella notte tra il 14 ed il 15 agosto 1480 Fra Bartolomeo vide
miracolosamente apparire la Madonna con il bambino sul sasso di
Orselina: in quel luogo egli fissò la sua dimora da eremita e circa
dieci anni dopo, grazie alle generose donazioni, diede inizio alla
costruzione di una chiesa organizzata secondo il modello dei Sacri
Monti con cappelle processionali ai lati della strada.
Nel 1621, durante i lavori di ampliamento della chiesa superiore e
sistemazione della strada delle cappelle, fu posizionata una Via Crucis
detta anche Nuova Strada con una serie di cappelle che conducono
direttamente sotto il sagrato del Santuario, punto finale della via di
processione consacrata nel 1616.
Oggi le cappelle che
costeggiano l'antica strada mostrano i segni di un certo degrado. Poco
oltre la chiesa dell'Annunciata sorge la Cappella della Visitazione
costruita a forma di portico: in essa si trovano statue di terracotta
della prima metà del Seicento attribuibili a Francesco Sala.
Le cappelle dell'Ultima Cena e della Pentecoste si trovano in
prossimità del santuario, all'interno del cortile del convento. Le
pregevoli statue in terracotta degli anni 1620-30 sono presumibilmente
modellate da Francesco Silva, artista che lavorò anche per il Sacro
Monte di Varese. In una nuova cappella sono recentemente state
collocate opere lignee provenienti da una bottega artistica milanese
del XV secolo raffiguranti la Deposizione. Allo stesso periodo risale
la statua lignea della Pietà posta in una cappella all'interno del
convento dove si trova anche quella con l'altare rinascimentale del
Compianto, gruppo scultoreo tardogotico con sfondo dipinto in epoca
barocca.
La cappella della Resurrezione è posta ad ovest, sopra il convento. Fu
ricostruita nel 1887 e contiene statue di Alessandro Rossi.
La chiesa di pellegrinaggio, come quella del Sacro Monte di Varese, è
dedicata a S. Maria Assunta.
L'ampio sagrato è affiancato dal campanile neoromanico e da panoramiche
gallerie di portici costruiti nel XVII secolo ed in epoca più recente
per collegare direttamente la chiesa al convento.
Il Santuario, che sorge
su uno sperone roccioso terrazzato artificialmente, sorse nel XVI e nel
primo XVII secolo ma fu rimaneggiato esternamente all'inizio del XX
secolo.
L'interno è particolarmente ricco di stuccature ed addobbi. Sull'altare
maggiore a ciborio è collocata la statua lignea della Madonna
miracolosa con il Bambino della seconda metà del Quattrocento.
Di notevole valore artistico l'altare della navata meridionale con la
pala lignea raffigurante la Fuga in Egitto , opera del 1520 di
Bartolomeo Suardi detto il Bramantino. Particolare interesse suscita
anche, nella prima cappella a sinistra, la famosa Deposizione dipinta
da Antonio Cisieri a Firenze intorno al 1870, rappresentazione quasi
fotografica d'intenso realismo. La grande devozione dei numerosi fedeli
che accorrono al santuario è testimoniata dagli innumerevoli ex voto
presenti in tutta la chiesa, una piccola parte rispetto a quelli ancora
documentati nel XIX secolo.
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