LE SETTE CHIESE DI MONSELICE

 

A Monselice sorge un Sacro Monte unico nel suo genere. Innanzitutto l’ubicazione. Non si trova nell’area prelpina lombarda o piemontese dove esistono numerosi esempi di Sacri Monti, ma nella pianura veneta, ai piedi dei Colli Euganei, a poca distanza da Padova e Venezia.

Monselice, ancora in parte cinta da mura medioevali, conserva monumenti che raccontano il suo passato: la duecentesca Torre Civica, sopraelevata nel Cinquecento, domina la piazzetta centrale da cui inizia la passeggiata per la Via al Santuario. Si sale verso il colle scoprendo il Castello, la Villa Nani-Mocenigo caratterizzata dalle curiose statue dei nani, la Pieve di Santa Giustina chiamata comunemente Duomo vecchio.


Portale di ingresso

Proseguendo oltre la Pieve, si incontra la Porta dei Leoni che introduce all’area trasformata dalla famiglia patrizia dei Duodo. I leoni settecenteschi espongono il blasone del casato e sono segno di fedeltà e sottomissione dei Duodo alla Repubblica di Venezia. Poco più oltre, la Rotonda del Belvedere, un terrazzamento costruito nel 1712 che permette di godere ampie vedute sull’abitato sottostante e sull’ampia pianura.

La Porta che reca l’iscrizione Romanis Basilicis Pares a suggellare il legame con Roma, ci immette nel percorso devozionale delle Sette Chiese. Erette agli inizi del Seicento per volontà di Pietro Duodo, le sei cappelle ed il Santuario dovevano rappresentare, nel numero e nelle dedicazioni, le Sette Chiese di Roma. Come nel classico itinerario romano il pellegrinaggio prende avvio dalla cappella dedicata a Santa Maria Maggiore per toccare poi San Giovanni, Santa Croce di Gerusalemme, San Lorenzo fuori le mura, San Sebastiano, Santi Pietro e Paolo. L’oratorio di San Giorgio, a fine percorso, è un Santuario mariano in cui si venera Maria Assunta.


Cappelle

Una particolarità di questo Sacro Monte è di godere di un singolare privilegio: con la Bolla del 1605, infatti, papa Paolo V concesse a questo Santuario “le medesime indulgenze e remissione dei peccati e grazie spirituali che sogliono e possono acquistare quelli che visitano le Sette Chiese dentro e fuori le mura di Roma”


Particolare

Al progetto per le cappelle, di forme e piante diverse, lavorarono presumibilemte lo Scamozzi e l’allievo Vincenzo Dotto mentre a Jacopo Palma il Giovane furono commissionate le tele per le decorazioni interne. Nelle pitture dominano le figure della Vergine e dei santi a cui sono intitolate le rispettive cappelle. Sugli sfondi, eccetto quella con San Giovanni Battista, compare sempre una veduta della corrispondente basilica romana.


Cappelle

Il Santuario giubilare è la meta finale del percorso devozionale. Eretto nel XVI secolo ma completato e trasformato nei due secoli successivi, conserva le preziose reliquie che Alvise e Niccolò Duodo ottennero direttamente dai papi nel Seicento e nel Settecento. “I corpi santi”, collocati in teche sovrapposte, vennero esposti in un’apposita aula dell’oratorio creando una particolare galleria espositiva. Sotto l’altare, dove è posta la statua della Madonna pellegrina, è collocata l’urna con le spoglie di san Valentino. A questo santo è particolarmente legata la devozione popolare: nel giorno della sua festa, infatti, avviene il tradizionale pellegrinaggio di adulti e bambini al corpo del martire per ricevere la benedizione e la “chiavetta d’oro”, un simbolo a forma di chiave sanpietrina con la raffigurazione dell’effigie del santo.


Reliquie

L’interno dell’Oratorio di San Giorgio è di particolare pregio: la grande cupola a cassettoni è finemente decorata e gli spazi architettonici sono completati da un articolato ciclo pittorico raffigurante una serie di santi che richiamano il pellegrinaggio romano. Nel soffitto del coro un dipinto su tela rappresenta Maria Assunta in cielo circondata dai Santi titolari delle Sette Chiese e un’allegoria di Venezia.

L’ampio spazio attorno al Santuario è chiuso, su un lato, dall’elegante Villa Duodo progettata dalla Scamozzi e dalla scenografica scalinata con l’Esedra di san Francesco Saverio. Poco oltre, un viottolo conduce alla sommità del colle dove sorge il Mastio della Rocca eretta da Federico II: il panorama si apre sulla città ed i luoghi circostanti.

Il Medioevo rivive a Monselice con il Corteo Storico e la Giostra della Rocca mentre la tradizionale fiera che si celebra da settecento anni, anima la città il giorno dei Santi richiamando alla festa ed al pellegrinaggio delle Sette Chiese non solo i monselicesi ma anche altri fedeli provenienti dai Colli Euganei e dalla valle dell’Adige.



Santa Croce


 Rosalba Franchi  2013