Il Sacromonte di Arona
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La
figura di San Carlo grandeggia sulle sponde piemontesi e lombarde del
Lago Maggiore. Il
San Carlone, così come più familiarmente è conosciuta la colossale
statua che domina dall'alto Arona, avrebbe dovuto rappresentare
l'ideale conclusione di un percorso devozionale costituito da una
serie di cappelle dedicate a San Carlo.
Ideato dal padre oblato Marco Aurelio Grattarola negli anni immediatamente successivi alla beatificazione del santo (1610), il progetto voleva celebrare la figura dell'arcivescovo milanese con la realizzazione di un Sacro Monte a lui intitolato. L'idea fu sostenuta da Federico Borromeo succeduto a Carlo alla guida dell'arcidiocesi milanese: l'incarico fu affidato all'architetto Francesco Maria Richino e, nel luglio 1614 alla presenza di numerosi fedeli, lo stesso Federico Borromeo diede inizio ai lavori di edificazione del Sacro Monte (negli stessi anni erano in costruzione anche i vicini Sacri Monti di Varese e di Orta). Il progetto, assai ambizioso, prevedeva un percorso articolato che dal lago giungesse alla sommità dell'altura: superato l'arco di ingresso quindici cappelle, arricchite da statue e pareti affrescate, avrebbero celebrato la vita e le opere pastorali compiute da San Carlo. Le difficoltà per la realizzazione del progetto, però, si palesarono pochi anni dopo l'avvio dei lavori con la morte di Padre Grattarola e del Cardinale Borromeo. Nel 1642, secondo la relazione dell'arciprete di Arona Graziano Ponzoni, le cappelle costruite interamente erano quattro. Attualmente ne sono conservate solamente tre: la più importante, posta a lato della strada che conduce al Santuario, ricorda la nascita di San Carlo. La seconda, solo in parte conservata ma non accessibile, ha per tema la rinuncia ai beni ed al titolo mentre la terza, che sorge laddove era prevista originariamente l'undicesima cappella, è dedicata all'istituzione della Congregazione degli oblati. Le cappelle non sono visitabili all'interno e, fatta eccezione per quella lungo la strada, risultano anche difficilmente raggiungibili. Rappresentano elementi singoli di un progetto di Sacro Monte che, già nel Settecento, era stato di fatto abbandonato.
Prioritaria fu allora la scelta per la costruzione ed il completamento del Santuario progettato dallo stesso Richino come edificio a pianta centrale di gusto classicheggiante. Sulla volta l'affresco settecentesco del pittore di Angera Cristoforo Giussani celebra la Gloria di San Carlo in Paradiso mentre sopra l'altare maggiore la pala di Giulio Cesare Procaccini rappresenta il Santo attorniato dagli angeli. All'interno del Santuario è ricostruita la camera in cui nacque San Carlo: in essa sono raccolti arredi salvati dalla distruzione napoleonica della vicina rocca in cui Carlo Borromeo sarebbe venuto alla luce nel 1538. Oltre a dipinti raffiguranti il santo sono conservate alcune preziose reliquie e numerosi ex voto. Di
fronte alla chiesa, dalla parte opposta del piazzale, sorge il grande
Seminario di San Carlo già ultimato nel 1640 ma ampliato in epoche
successive. La colossale statua in rame di San Carlo disegnata da
Giovanni Battista Crespi detto il Cerano rappresenta un forte
elemento d'identità di questo luogo: il San Carlone avrebbe dovuto
completare il percorso delle cappelle del Sacro Monte costituendone
l'elemento caratterizzante. La
salita all'alto basamento di granito ed alla cima della statua, alta
circa trenta metri, permette di ammirare da un osservatorio del tutto
privilegiato il panorama sul Lago Maggiore e sulle montagne
circostanti. |
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