Itinerari alpini meno conosciuti

 

La collana dedicata al viaggio dalla Libreria Antiquaria ArtPoint di Courmayeur prosegue con la prima edizione italiana dal titolo “Itinerari alpini meno conosciuti” di un libro apparso nel 1861 con il titolo "Alpine byways”.

Uscito al tempo anonimo, la sua autrice fu ben presto identificata nella Signora Jane Freshfield, madre di William Douglas Freshfield, che divenne uno dei più grandi alpinisti ed esploratori di montagne di tutti i tempi: dalle Alpi, sia Occidentali che Orientali, sino al Caucaso, ai Pirenei e all'Himalaya.
La Signora Freshfield, assieme all’ancor giovane figlio (nato nel 1845), al marito e all’amica Charlotte Gosselin, autrice dei disegni che corredano il volume, compì due viaggi in Svizzera ed in Italia nelle estati del 1859 e del 1860.

Inevitabile il passaggio, durante il secondo viaggio, quello del 1860, anche in Valle d’Aosta. Raggiunto il capoluogo scendendo dal valico del Gran San Bernardo, la Signora Freshfield e famiglia salirono la Becca di Nona; poi, arrivati a Cogne affrontarono il Col Pousset.
Tornati ad Aosta puntarono su Châtillon da dove risalirono tutta la Valtournanche fino a Breuil per poi compiere la traversata a Zermatt attraverso il Colle del Teodulo. La Signora Freshfield aveva del resto già compiuto la medesima traversata nel 1858 ma in senso inverso, da Châtillon a Zermatt come riportato proprio dalla Signora Cole che, nel suo libro, aveva pubblicato il resoconto della traversata compiuta dalla sua “amica” Freshfield.

Anche quest’ultima, in occasione del suo soggiorno valdostano, ebbe modo di imbattersi in alcuni “illustri” dell’epoca: dal canonico Carrel incontrato a Comboé e ad Aosta, a Francis Vaughan Hawkins e John Tyndall al Breuil, impegnati il 20 agosto del 1860 nel loro
tentativo di ascensione al Cervino, ma anche Antoine Pession a Valtournanche.

Come già era capitato con il volume della Lady Cole anche “Itinerari alpini meno conosciuti” offre un interessante spaccato del contesto storico, naturalistico ma anche sociale della Valle d’Aosta nella seconda metà dell’Ottocento vista con gli occhi di una attenta e curiosa viaggiatrice del tempo.

 Leonardo Acerbi, 2010