Con il Padiglione zero inizia il percorso dell'uomo sulla Terra. La
citazione latina di Plinio il Vecchio "Divinus Halitus Terrae"
campeggia all'esterno dell'imponente edificio a forma di cono. Nel corso dei millenni gli esseri umani hanno acquisito saperi e conoscenze, sviluppato pratiche e adottato stili di vita che costituiscono un patrimonio di valore inestimabile per l'umanità.
Mi
fermo meravigliata dinnanzi alla colossale costruzione di legno che
accoglie il visitatore del Padiglione zero. Un'elegante biblioteca
con colonnati, statue e cassetti aperti disposti su differenti piani.
L'impatto è di grande effetto e stimola la curiosità. Siamo di
fronte ad un ideale “archivio del mondo” dove trovano una
collocazione, come i libri negli scaffali di una biblioteca, tutte le
forme di sapere. ![]()
Conoscenze ed esperienze che si sono sovrapposte col passare del tempo ed hanno costruito la memoria collettiva. Una sorta dell'utopico Teatro della memoria vagheggiato nel XVI secolo dall'umanista Giulio Camillo Delminio che progettò la costruzione di un imponente edificio ligneo in cui avrebbe dovuto essere archiviato tutto lo scibile umano attraverso un sistema di associazioni mnemoniche per immagini. Un'idea raccolta dagli illuministi dell' Encyiclopédie francese e rivisitata, in modo del tutto personale, da Borges nella Biblioteca di Babele.
“Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: il Padiglione zero è quello che dà inizio al percorso nel sito dell'Esposizione universale e, in certo senso, quello che dovrebbe darne il significato. Il “divino respiro della terra” della citazione di Plinio il Vecchio ci accompagna lungo la visita che si snoda in una serie di edifici a forma di cono. I temi svolti sono quelli della Natura naturans e della Natura naturata per rappresentare i molteplici aspetti dell'ambiente naturale e di quello antropizzato. Il percorso illustra il rapporto dell'uomo con la natura: le azioni e gli interventi che gli esseri umani hanno messo in atto nel tempo e nelle diverse culture, per trasformare e rendere abitabili gli spazi naturali. Oggetti materiali appartenenti a civiltà differenti e suggestioni tecnologiche che colpiscono l'immaginazione raccontano questo lungo cammino non scevro da contraddizioni ed interrogativi per il futuro. In uno spazio aperto colpisce la costruzione di un'enorme quercia che si innalza possente verso il cielo. Un vasto plastico racconta la trasformazione del paesaggio agricolo in quello industriale mentre gli innumerevoli schermi con le quotazioni della borsa alimentare ci proiettano violentemente nell'attualità, verso i problemi dell'economia globale. L'esposizione
affronta temi assai complessi, soprattutto in merito alla ricerca di
proposte e soluzioni per uno sviluppo sostenibile: ad un visitatore
attento può offrire spunti interessanti per la riflessione personale ed
il confronto. Dalla curiosità agli interrogativi: Internet è oggi il nostro utopico Archivio del mondo? Oggi più che mai, occorre coltivare la memoria e condividere i saperi. Una sfida possibile?
2015 - Rosalba Franchi
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