Via delle Rocche di Sant’Anna

Salita alla Chiesa di Sant’Anna

Il collegamento fra Sestri Levante e Cavi di Lavagna è stato sempre condizionato dalla presenza delle rupi costiere di Sant’Anna, ostacolo naturale e passaggio obbligato, da superare tramite l’utilizzo di percorsi che rendessero possibile il transito degli uomini ed il trasporto delle merci.

Rocche sant'Anna

Le Rocche DI Sant’Anna viste dalla spiaggia di Sestri Levante (foto Sergio Tattoni).

collegamento

Il collegamento Sestri Levante – Cavi

Sappiamo che il collegamento litoraneo è di origine ottocentesca, mentre quello “antico” era garantito da due diversi percorsi “costruiti” dall’uomo, utilizzando, e in parte modificando, l’orografia naturale. Raggiunti i ruderi della cappella di Sant’Anna (resti attribuibili al XVII e XVIII secolo), le due vie proseguono fino a Cavi Borgo che era sede di un ospitale “di strada” menzionato nel XII secolo.


Sant Anna

Ruderi della chiesa sant'Anna

Nella zona denominata Pietra Calante, nei pressi della chiesetta di San Sebastiano, si diparte una strada che sale a zig-zag, con pendenze superiori al 30%, e raggiunge uno stretto ripiano, dove si conservano i resti della chiesa intitolata a Sant’Anna. La pendenza è forte, il tracciato è diretto, adatto al trasporto delle merci a spalla, o al transito di un asino o di un mulo, ma non si tratta di un percorso carrabile. La datazione di questa via pedonale/mulattiera non è agevole: si tratta di un tracciato d’età medievale, forse su preesistenze più antiche.

Mappa

I due percorsi

Una seconda strada, alternativa alla prima, raggiunge in maniera differente la cappella di Sant’Anna, risalendo la valle del Fico. I resti del percorso presentano una buona larghezza e una pendenza non superiore al 10%. La strada presenta tagliate nella roccia, in certe parti è lastricata d’arenaria, è provvista di cinque ponti e il traffico è agevolato da alcuni tornanti. Il tracciato è più lungo (circa tre volte) ed è stato costruito per essere percorso da carri a trazione animale. I cinque ponti della valle del Fico presentano una tecnica costruttiva che è tecnologicamente tipica della tarda età moderna (e non di quella romana).

Ulteriore supporto arriva dalle ricerche d’archivio. L’esigenza di migliorare la viabilità di collegamento transitante per la chiesa di Sant’Anna è confermata da documenti settecenteschi del Senato della Repubblica di Genova, da un progetto di “strada romea” da Genova a Sarzana (dove è chiaramente riportato il tracciato della valle del Fico, con i relativi costi di realizzazione). In sostanza si tratta di una strada progettata e costruita nella seconda metà del XVIII secolo. Per concludere la lettura della viabilità di Sant’Anna, resta da analizzare l’origine della strada litoranea, quella che, con molte modifiche, garantisce anche oggi il collegamento tra Sestri e Cavi. Il percorso litoraneo per superare lo sbarramento naturale delle Rocche venne realizzato nei primi decenni dell’Ottocento. Il quegli anni ai piedi della falesia fu scavato nella roccia del Malpasso una strada carrozzabile, poi arretrata in galleria per la difficile percorribilità durante le forti mareggiate. L’apertura del Malpasso segnò l’abbandono delle due vie “antiche”, almeno per gli scopi commerciali. In questo modo, anche la chiesa dedicata a Sant’Anna, un tempo a guardia del collegamento viario, subì un analogo destino di abbandono.

I ponti

Il percorso stradale che collega Sestri a Cavi sale attraverso la stretta valle del Fico fino ai ruderi di Sant’Anna ed è caratterizzato da diversi tornanti. La strada passa su una serie di cinque ponti ad unica arcata, che consentono il superamento di modesti corsi d’acqua a regime torrentizio. Un sesto ponte, con le stesse caratteristiche degli altri, si trova ad ovest della chiesa di Sant’Anna.

ponte

Ponte I (foto Sergio Tattoni)

Le opere murarie che costituiscono l’ossatura della strada presentano caratteristiche assolutamente simili nei materiali e nelle tecniche: tutti i sei ponti, ad unica arcata, e i muri d’argine della strada, sono frutto di un unico progetto costruttivo.

La muratura è costituita esclusivamente da spezzoni lapidei di arenaria, prelevati in loco. Le pietre non sono lavorate: non vi sono elementi sbozzati o squadrati, neppure nelle angolate o nelle ghiere degli archi. L’irregolarità di forma e di dimensione dei conci lapidei porta ad avere una tessitura del muro senza corsi orizzontali regolari, e con molte scaglie a inzeppare le pietre maggiori. La malta di calce impiegata si trova solo nelle zone estreme, mentre il nucleo risulta legato da terra setacciata.

Le strutture dei ponti non hanno fondazioni, ma si appoggiano direttamente sulla roccia.

Questo tipo di murature sono molto influenzate dalla cultura delle costruzioni a secco, come dimostra la quantità di contatti fra le pietre, la giustapposizione di elementi grandi e piccoli, la frequente presenza di scaglie, tutti accorgimenti delle murature la cui solidità è affidata non tanto alla presenza del legante, ma soprattutto al sapiente incastro delle pietre fra loro. I muri d’argine del piano stradale hanno la struttura dei muri di fascia.

Ponti I e II

Ponti III e IV

Ponti V e VI

Inoltre la struttura degli archi, dal profilo incerto e irregolare, è un segno dell’opera di maestranze poco specializzate che non hanno usato regolari centine e non hanno saputo definire le angolate e le ghiere con elementi regolari. Si può affermare che le murature delle opere stradali di Sant’Anna siano state realizzate da costruttori-contadini o “maxoti”, per i quali l’arte muraria, basata soprattutto sulle strutture a secco, era un’attività collaterale a quella agricola.

Considerando la complessità del progetto di realizzare una strada carreggiabile su un’altura tanto impervia, essi avranno certamente agito secondo le direttive di esperti progettisti, ma portando la loro particolare tradizione costruttiva.

Il tipo di cultura artigianale del costruire a secco è attestata già nel medioevo, ma questo genere di strutture non resistono per molti secoli esposte all’azione degli agenti erosivi. Per cui tali opere murarie e i ponti delle Rocche di Sant’Anna non si collocano più indietro del XVIII-XIX secolo. Con questa datazione si accordano le tracce delle impronte delle travi lignee lasciate sulla calce ancora bagnata, che si possono vedere nell’intradosso delle volte di alcuni ponti.

Una carta del 1793 testimonia l’intenzione del governo della Repubblica di Genova di modernizzare alcuni tratti della strada rendendoli carreggiabili e tra questi quello delle Rocche di Sant’Anna. Si fa riferimento al “progetto della strada romea carrozzabile da Genova a Sarzana” e si descrive in particolare il tratto “alla chiesa nuova dei Cavi al ponte di Tregoso a Levante di Sestri”, del quale si specifica la lunghezza (palmi 29.000 che fanno 4,5 miglia) e il costo “compresi i ponti” di £ 115.616.

La costruzione della strada e dei ponti delle Rocche di Sant’Anna fa seguito a questo progetto.

L’uso di questa strada non si è prolungato a lungo nel tempo, in quanto un nuovo percorso litoraneo, realizzato in età napoleonica o subito dopo, fu creato nello stretto spazio tra il mare e la roccia.

In conseguenza di una tecnica costruttiva quasi a secco, dell’assenza di manutenzione dovuta all’abbandono precoce, il tratto stradale ha subito un degrado nel tempo che si è manifestato nei numerosi dissesti delle opere di contenimento, nelle lesioni delle volte dei ponti e nei loro crolli, negli scalzamenti dei conci lapidei e nell’attacco della vegetazione infestante. I violenti incendi boschivi, che negli ultimo anni hanno distrutto il manto vegetale, hanno innescato inoltre diffusi fenomeni di dissesto idrogeologica, con erosioni lesive alle strutture.

A seguito di questi fenomeni di degrado è stato messo in atto un intervento di restauro conservativo dei ponti, mirato al consolidamento delle strutture, alla loro futura conservazione e valorizzazione.

(TRATTO DAI CARTELLI AFFISSI ALLA BASE DEL PERCORSO)

Gennaio 2019 - Sergio Tattoni





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