La strada dei Cavalli fra "i Grisoni" e la valle "Turena"
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"Da Novato li Grisoni, giù per li
lati deli aspri sassi da là de la intrata d'Adda, han fatto una via per
forza d'intaglio, per poter venire a piedi nella Valle Turena."
Così scriveva Paolo Giovio, studioso comasco, nella sua descrizione del
lago di Como del 1525. Pochi anni prima i Grigioni, che si erano
impadroniti delle valli di Chiavenna e di Turena (Valtellina),
realizzarono questa strada scavata nella roccia per collegare le due
valli spesso separate via terra a causa delle alluvioni continue
dell'Adda.
La "Strada dei Cavalli" che, con grande probabilità deve il suo nome
alle lunghe file di some cariche di mercanzie che la percorrevano,
risultava strategica anche nella viabilità di lunga distanza.
Non potendo, infatti, utilizzare per i commerci e gli spostamenti il
lago di Como, presidiato dallo Stato di Milano con cui i Grigioni erano
in conflitto, lo stato transalpino strinse stretti rapporti diplomatici
e commerciali con il Ducato di Venezia: la successiva apertura della
"Strada Priula" fra la Valtellina e la Val Brembana, attraverso il
passo di Cà San Marco, ne fu la naturale conseguenza.
Si aprì così un corridoio fra l'Adriatico e le regioni del centro e
nord Europa in cui il citato passo di San Marco ed i passi dello Spluga
con la strada del Cardinello, del Septimer e dello Julier e del Maloja divennero
punti cardine per i traffici transalpini.
L'itinerario,
oggetto di recente ri-apertura con la costruzione di ingenti (e forse
troppo invasive) opere per garantire la sicurezza dei viandanti, parte
poco prima della nuova lunga galleria della S.S.36 che porta a Verceia
in prossimità del casello ferroviario n.7. Un "totem" con l'immagine
stilizzata di una testa di cavallo, ne segnala l'inizio.
Cartelli, posti lungo il percorso, raccontano aneddoti e storie come
quella del patriota chiavennasco che nel 1848 bloccò le truppe
austriache simulando la presenza di un cannone (in realtà un tronco
d'albero dipinto). A lui è dedicata una fontana. La strada si inerpica
fra le rocce del Sasso Corbé dove un tempo si poteva precipitare nelle
acque del lago sottostante come successe nel 1613 al podestà di
Morbegno. Da qui la vista spazia sul lago di Mezzola, il Pian di Spagna
ed il lago di Como.
La mulattiera diventa più semplice, in breve si raggiunge la frazione
dominata dalla chiesa di San Fedele e quindi la località di Poncià
sulla riva del torrente Ratti. In passato qui doveva sorgere un ponte
passato il quale la strada continuava (come ora) attraversando il
nucleo antico di Verceia e proseguendo poi per Chiavenna.
In tutto sono solo quattro chilometri, ma non sono pochi. Un buon
esempio che unisce il piacere di camminare con l'opportunità di
incontrare un po' della nostra Storia.
Il libro intitolato "La Strada dei Cavalli" curato dal prof. G. Scaramellini con la storia dettagliata della bassa Valchiavenna
è edito dal Comune di Verceia.
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