Itinerario lungo il "SENTIERO DEI FRANCHI" dal libro:

IL SENTIERO DEL PELLEGRINO, sulle orme della via Francigena

da Novalesa e Aquileia a Roma

ed. Giovane Montagna

ITINERARIO: 

Rifugio Amprimo (1385) - Rifugio
Geat Vai Gravio (1400) - Certosa di
Monte Benedetto (1160) - Alpe Fu-
mavecchia (1440) - Pian dell’Orso
(1850) - Bennale (934) - Sacra di
S.Michele (962)

Località di partenza: rif. Amprimo
Località di arrivo: Sacra di S.Michele
Lunghezza dei percorso: km 33,5
Ore previste: 8,15

È una tappa abbastanza lunga, tut-
tavia, malgrado il dislivello, non è
particolarmente faticosa. Il cammi-
no, carico di suggestione e cultura,
segue l’antico “Sentiero dei Franchi”
percorso da mercanti, pellegrini e
guerrieri. L’ambiente e l’eccezionale
panorama che, nel lungo sentiero sul
filo di una cresta a quasi 2000 metri
di altezza, si gode su tutte le monta-
gne della Vai Susa e della Vai San-
gone (splendida vista sul Roccia-
melone e sul Monviso) rendono que-
sta tappa assai interessante.
Il percorso ha le segnalazioni del
“Sentiero dei Franchi” e, fino al Col
Bione, anche quelle del G. TA.

Dal rifugio Amprimo al rifugio Vai
Gravio e alla Certosa di Montebe-
nedetto

Dal rifugio Amprimo (m 1385) scen-
dere per il segnatissimo sentiero ver-
solI “Paradiso delle rane” (m 1210).
Proseguire in salita per strada ster-
rata fino alla piccola borgata Traversa Mont e continuare per bel sentiero fino ad arrivare in 1 ora e 30’ al rifugio Geat Vai Gravio. Nelle vicinanze del rifugio antichi graffiti
segnano il percorso della “Via del
Sale”.
Dal rifugio scendere brevemente ver-
so est, attraversare su un ponticello
un torrente e risalire per un centinaio
di metri fino a un segnalatissimo
incrocio di sentieri. Se qualcuno pre-
ferisce andare direttamente al Pian
dell’Orso, da questo punto salire
(segnalazioni) a Piansignore, Fuma-
vecchia e Pian dell’Orso, altrimenti
scendere per il sentiero a sinistra fino
ad arrivare alla Certosa di Monte-
jenedetto (m 1160; 40’ dal rifugio
Geat).

Dalla Certosa di Montebenedetto
al Pian dell’Orso

Poco a monte della Certosa dove
arriva la strada sterrata e c’è la sbar-
ra, prendere il sentiero in-salita
segnalato dal cartello “Cittadella” e
seguirlo sempre verso sud fino a
ritrovare in un tornante la strada ster-
rata. Al primo tornante verso destra
seguire tracce di sentiero verso sud-
est in modo da tagliare il tornante
successivo e quindi in breve si arri-
va all’Alpe Fumavecchia (m 1440; 40’
dalla Certosa).
Seguire ancora brevemente la stra-
da e al primo tornante verso destra
proseguire diritti per un sentiero con
segnali non molto visibili che poi sale
verso sud fino al bellissimo e molto
panoramico Pian dell’Orso con la
cappella “Madonna della Neve” (m
1850; 1 ora e 10’ dall’Alpe Fuma-
vecchia). Su questo percorso si tro-
va la “Fontana del Vallone”; è oppor-
tuno fare rifornimento perché la
prossima fontana si troverà solo al
Col Bione.

Da Pian dell’Orso a Bennale e alla
Sacra di S. Michele

Lasciare il Pian dell’Orso seguendo
il segnatissimo e bel sentiero pano-
ramico che prosegue, con leggera
discesa, verso est seguendo da vici-
no la cresta sul versante del Sangone
fino ad arrivare alla cappella e al bel
punto di sosta del Col Bione (sor-
gente; m 1420; 1 ora e 30’ dal Pian
dell’Orso).
Seguire il sentiero molto panorami-
co sul filo di cresta e dopo 25’ si tro-
va una strada sterrata; prendere subi-
to un sentiero che scende sulla sini-
stra e dopo ~5’ si attraversa un’altra
strada sterrata. Continuare a scen-
dere (agli incroci andare sempre ver-
so nord) fino ad arrivare al parcheg-
gio auto della strada sterrata che arri-
va dal Col Braida e da 5. Antonino
vicino alla borgata La Mura (m 1045;
1 ora dal Col Bione).
Proseguire per il sentiero in piano
che passa a sinistra della borgata e
poi scende in 5 minuti alla borgata
Folatone (m 986). Attraversarla pas-
sando vicino al bel campanile roma-
nico e poi, vicino a una sorgente,
scendere per un sentiero e dopo 5
minuti si trova una strada asfaltata;
seguirla verso destra per 800 metri
e poco dopo che diventa sterrata (e
subito dopo che a destra c’è uno
sterrato con una sbarra) prendere a
sinistra un ben poco evidente sen-
tiero che prosegue verso destra pia-
neggiante (attenzione a non scende-
re!) fino alla borgata Bennale (m 934;
30’ da La Mura).
Salire per la strada asfaltata per cir-
ca 800 metri (dopo il secondo tor-
nante ~ dove diventa sterrata) e pren-
dere a sinistra un piccolo sentiero
che inizia con leggera discesa in un
prato e poi scende in un fitto bosco
fino alla borgata Pian Pomè (m 890).
Proseguire per sentiero pianeggian-
te fino ad un ruscello; attraversarlo
e salire verso est firìà alla borgata
Basinatto (m 920). Attraversare in
salita la borgata fino alla strada asfal-
fata e scendere (sentiero che taglia
l’ultimo tornante) fino al piazzale del-
la Sacra (m 872). In 15’ salire alla
Sacra di S. Michele (m 962; 1 ora da
Bennale).

IL SENTIERO DEI FRANCHI (STORIA E LEGGENDA)


Il sentiero proposto ricalca in parte il
probabile percorso seguito dalle armate di Carlo Magno per sorprendere alle spalle l’esercito del re longobardo Desiderio. L’esercito era comandato da Adelchi figlio di Desiderio e valoroso condottiero i1 quale, quando cavalcava durante le battaglie, “era solito portare con sé una mazza di ferro e con quella colpire con forza a destra e manca i nemici abbattendoli con grande strage”.
Una fonte leggendaria riporta che fu un traditore longobardo, un giullare, che propose a Carlo Magno di guidare la sua armata per sentieri sicuri.

 

CERTOSA Dl MONTEBENEDETTO


In un ambiente appartato e romantico tra fitti boschi e verdissimi pra-
ti nel XIII secolo è stata costruita la Certosa di Montebenedetto ora di
proprietà privata ma visitabile.
L’edificio principale è stato recentemente restaurato ed è possibile visi-
tare nell’interno una molto interessante mostra fotografica e anche l’at-
tuale destinazione della Certosa, utillzzata come stalla e come cascina-
le, è un suggestivo e simbolico richiamo all’operosità e al rigore dei
certosini. Verso la metà del ‘400 i monaci di Monte Benedetto si tra-
sferirono più in basso nella Certosa di Banda.


SACRA DI SAN MICHELE


Dal sentiero nei boschi compare improwisamente, ancora lontana ma
imponente, l‘ardita e stupenda abbazia ben degna di essere il simbolo
del Piemonte. Da mille anni domina alla vetta del monte Pirchiriano
(962 metri) l’imbocco della VaI Susa dove alle “Chiuse” (oggi Chiusa di
S. Michele), avvenne un grande scontro che terminò con la definiti-
va vittoria dei Franchi di Carlo Magno sui longobardi di Desiderio.
Sul monte si ipotizza l’esistenza di una cappella castrense già nel 400
d.C. alla quale in seguito si affiancò una cappella ampliata successiva-
mente dai bizantini. Alla fine del 900 San Giovanni Vincenzo costruì l’ab-
bazia e la consacrò a San Michele.
In seguito Ugo di Montboissier ne accrebbe il lustro fondandovi un
monastero benedettino che divenne fra i più importanti d’Europa, con
vastissimi possedimenti donati da papi e imperatori e illustro con ferì-
to dall’opera degli artisti più celebri dell’epoca. La sua architettura, for-
temente e pittorescamente ripristi nata a fine ‘800, è letteralmente
costruita sulla roccia tanto che la pietra’ lavorata dall’uomo e quella del
monte convivono una sull’altra nello Scalone dei Morti.