Antillone

In una solitaria cappella di montagna un affresco, opera di un pittore sconosciuto, racconta una parte della storia di una valle e delle tradizioni delle persone che in essa sono vissute.

Siamo nella chiesa dedicata alla Visitazione di Maria ad Elisabetta nel villaggio di Antillone, una località della Val Formazza raggiungibile a piedi da Fondovalle in circa venti minuti e da Salecchio superiore in circa due ore.

Nel 1610 il parroco di Formazza si lamenta con il proprio vescovo perché, in occasione della processione annuale della sua parrocchia alla chiesa di San Gottardo posta sull'omonimo valico alpino, i fedeli si comportano in modo scandaloso. Quando arrivano all'ospizio mangiano e bevono disordinatamente quindi, uomini e donne si coricano in promiscuità. Non solo. Il giorno successivo, al momento di ripartire "le persone vanno chi di qua chi di là" tanto che il parroco si trova a dover rientrare in paese solo con i due uomini che portano il gonfalone e la croce.

Il vescovo di Novara accoglie le lagnanze del prete forse anche troppo preoccupato della moralità dei propri parrocchiani e suggerisce di rappresentare in una chiesa del luogo la cappella di S. Gottardo affinché la processione possa essere simbolicamente effettuata in questo luogo anziché al passo. Da questa decisione sembra derivare l'origine di questo prezioso affresco di Antillone dove l'anonimo pittore, presumibilmente in anni compresi tra il 1607 ed il 1683, dipinse con dovizia di particolari, non solo la cappella e l'ospizio al passo del S. Gottardo ma anche la processione dei fedeli di Formazza.

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