Sulle strade del Seprio
Testi audiovisivo Socrates di Dario Monti
Questo è il racconto di una giornata di lavoro di un gruppo di studenti dell'Istituto tecnico Carlo Dell'Acqua che partecipano al progetto europeo:
"Tracce dei grandi pellegrinaggi medioevali sul nostro territorio"
maggio 1998


La viabilità nel Seprio nell'alto medioevo

Il contado del Seprio, nel medioevo, era un vasto territorio che si estendeva dal lago di Como all'alto Milanese, dalle valli ticinesi al Verbano fino alle porte di Novara. Aveva come capoluogo Castel Seprio, reso importante dai dominatori Longobardi.

Il centro di questo territorio si identifica oggi con la media valle dell'Olona, zona storicamente importante per la sua particolare posizione geografica rispetto a due vie di comunicazione: la prima dalla pianura padana verso Bellinzona, il Gottardo ed il Lucomagno, la seconda, pedemontana, collegava Aquileia in Veneto con Ivrea ed i passi alpini verso le Gallie, passando per Como e Novara.

Sommeggiatori con i loro muli

Queste strade, soprattutto la prima, vedevano il passaggio di mercanti con il loro seguito di muli e sommeggiatori e di pellegrini che sceglievano questa via per recarsi a Roma. La seconda, nota come Como Novara, era scelta anche da chi desiderava attraversare il nord Italia da Est a Ovest per un itinerario riparato e poco pericoloso, forse verso le lontane mete orientali (Costantinopoli e la Terra Santa) o occidentali come Santiago di Compostella. Strade ideali per i pellegrini che potevano attraversare facilmente i corsi d'acqua ancora di piccole dimensioni su comodi ponti o guadi poco profondi.

Pellegrino compostellano

Purtroppo non restano documenti scritti di questi passaggi, ma la presenza di strutture religiose, come i monasteri di Torba e di Cairate, di centri come Castiglione, Castelseprio lasciano pensare alla necessità di assistenza, di riparo, di scambio di una moltitudine di persone che vivevano camminando lungo le nostre strade.

La nostra visita al Contado del Seprio comincia dal monastero di Cairate in una calda mattina di maggio.

Il chiostro del monastero di Cairate (VA)

Cairate divenne un centro importante fino dall'alto medioevo anche grazie alla presenza del Monastero di S. Maria fondato nel VII secolo (secondo una leggenda) da Manigunda, monaca legata alla corte longobarda di Pavia. Il monastero divenne in breve organismo di grande peso religioso, sociale ed economico per la valle dell'Olona.

Il monastero è tuttora un monumento di grande interesse sia per l'architettura delle sue costruzioni, sia per le interessanti espressioni artistiche che testimoniano più di mille anni di storia e di alterne fortune. Conserva infatti le tracce di numerosi rifacimenti, un bel chiostro, i resti dell'antica chiesa, della torre campanaria, di affreschi esempi della migliore scuola lombarda del XV secolo.

Bassorilievo di origine longobarda

Sarcofagi di pietra, bassorilievi di epoca carolingia e vario materiale archeologico sono stati ritrovati nell'area del monastero ed ora sono conservati in luogo o in importanti sedi museali a Milano ed a Gallarate.

 
Torba (VA) La torre del monastero fortificato

Il Monastero di Torba era in origine l'avamposto di Castelseprio lungo la Como Novara. Era collegato alla fortezza con possenti mura ed aveva il compito di difenderla dal lato del fiume Olona.

La torre risale ad epoca tardo romana. In essa si trovano due ambienti di notevole interesse: uno inferiore, forse la sala capitolare del convento femminile che si insediò dopo la distruzione del Castrum, l'altro superiore arricchito da affreschi del VIII secolo di carattere religioso.

 
Torba (VA) La chiesa di S.Maria

Addossata al pendio si trova la chiesa di S. Maria in cui si notano tre fasi di costruzione dal VIII al XIII secolo. In origine affrescata, ora è pressoché spoglia. Interessante la cripta risalente alla struttura originaria.

Vicino alla torre vi sono le abitazioni delle monache benedettine con un porticato, forse rifugio per i pellegrini ed i viandanti, ed un singolare forno per il pane.

Particolare di un affresco medioevale

Castelseprio punto di appoggio militare fino dal IV secolo lungo la Como-Novara, divenne "castrum" (fortilizio) nei primi anni del V secolo. I Longobardi lo trasformarono in un centro fiorente fino al regno dell'ultimo re Desiderio (VIII sec.), periodo in cui Castelseprio era sede di una zecca.

Rovine della chiesa di S.Giovanni e della cisterna

Passato sotto il dominio dei Franchi, la cittadina sopravvisse con alterne fortune fino all'epoca comunale quando fu rasa al suolo per ordine del vescovo Ottone Visconti nel 1287.

Restarono solo alcuni edifici religiosi fracui la basilica di S.Giovanni Evangelista, il battistero dedicato a S. Giovanni Battista a pianta ottagonale con due vasche battesimali risalente al V secolo.

Nell'area archeologica si possono vedere i resti della grande cisterna, della chiesa a pianta esagonale di S. Paolo ed altre costruzioni minori.

La chiesa di S.Maria foris portas

Poco distante la chiesa, ricca di affreschi bizantini, di S. Maria foris portas. La sua costruzione risale al VI, VII secolo. Un antico crocefisso ligneo è ora conservato presso la parrocchiale di Carnago, centro posto a pochi chilometri lungo la Como Novara che ospitò gli abitanti di Castelseprio dopo la sua distruzione.

Affreschi bizantini all'interno di S.Maria





 

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