LA CARTOGRAFIA NEL MEDIOEVO

Inizialmente alla rappresentazione del mondo conosciuto (Asia, Europa, Africa e come mare più importante il Mar Mediterraneo) venivano sovrapposti elementi mitici, religiosi. Un chiaro esempio è la MAPPA MUNDI del XII sec.

Queste carte erano tratte prevalentemente dalle sacre scritture e a loro volta modificate da chi le rappresentava su carta. In questo modo però i viaggiatori dell'epoca non potevano di certo affidarsi a queste carte così poco veritiere.

Iniziarono ad affermarsi in questo periodo (dal XIII sec.) delle carte basate sulle annotazioni tratte da diari di bordo di navigatori.

Poiché il lavoro del CARTOGRAFO era interpretare le indicazioni dei viaggiatori e dei comandanti delle navi, non erano rare le incomprensioni e quindi le inesattezze delle carte.

L'area rappresentata sulle carte comprendeva, fino al XV sec. Il bacino del Mediterraneo e si espandeva nell'Oceano Atlantico per un breve tratto a sud delle coste del continente africano, mentre a nord giungeva a comprendere le isole britanniche.

Le carte nautiche avevano come scopo il garantire la sicurezza della navigazione costiera, non a caso mancavano in genere indicazioni precise per quanto riguardava l'interno dei territori, mentre le zone costiere erano disegnate con estrema cura. I capitani e gli equipaggi mettevano a disposizione di grandi commercianti (che erano costantemente alla ricerca di nuove rotte redditizie) le proprie conoscenze e la propria esperienza.

Dovevano individuare nuovi percorsi, sconosciuti punti di approdo, terre da cui importare beni preziosi.

Questo diventava di grande vantaggio se la concorrenza rimaneva all'oscuro di tutto, quindi è per questo motivo che le carte nautiche ebbero in un primo momento un periodo di scarsa divulgazione.

Gli stessi piloti e navigatori erano vincolati al segreto e per i trasgressori erano previste pene durissime: ad esempio in Portogallo una legge condannava a morte chi esportava carte nautiche all'estero. Anche la Chiesa si interessò alla cartografia e, attraverso inganni e sotterfugi, riuscì ad ottenere segreti dai navigatori.

Un chiaro esempio ci è dato da Nicolò de' Conti, di professione mercante, che si era recato in Oriente tra il 1415 e 1439. Durante qugli anni Nicolò de' Conti si convertì alla religione dell'Islam. Ritornato in Italia chiese al Papa Eugenio IV l'assoluzione per l'abiura compiuta, cioè per aver rinnegato la religione cristiana. Il papa concesse l'assoluzione ma chiese in cambio che il mercante narrasse minuziosamente i suoi viaggi al suo fidato cancelliere Poggio Bracciolini.

Fiorente divenne ill mercato nero delle carte nautiche. Esso era spesso alimentato da falsi, da lavori di scarto (tutte le carte erano disegnate a mano) che venivano fatti passare per originali trafugati.

Dal 1504 il Portogallo, la Spagna e l'Inghilterra produssero carte da cui risultava chiaramente dove fosse stato issato il proprio vessillo sulle terre allora conosciute, quindi si può dire che è da questo periodo che la cartografia iniziò ad essere maggiormente divulgata.






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